Benvenuto a te...

Benvenuto a te...prendi posto e siedi accanto al fuoco tra di noi!

giovedì 5 agosto 2010

PASSERA'...



PASSERA'...
...e le stelle torneranno a brillare nel buio lassù..
Passerà...
Basta solo cambiare tana...questa, ormai, puzza.
Basterà mettere ancora una zampa davanti
all'altra e correre senza guardarsi indietro...
Ancora.
Fermarsi solo per ululare alla luna, ormai senza fiato...
Socchiudere gli occhi e godere di quell'istante...
Solo io e lei.
e il silenzio della foresta attorno a me...

Ritrovare la mia voce:
Riconoscere il suono del mio ululato,
dopo così tanto tempo
che quasi ho dimenticato il suo timbro.
Ritornare a sentire l'odore del vento...
il rumore dei miei passi nella foresta...
Me stesso.
Riprendere da dove mi ero lasciato...

Passera'.
Devo solo cercare una nuova tana.
un nuovo posto nella foresta tutto mio...
il mio territorio.
Devo solo cacciare nuove prede.
Inforcare nuovi percorsi.
Conoscere nuove zone di caccia.
Affidarmi di nuovo al naso e non più agli occhi,
ormai abituati, ormai stanchi...

Passerà...
ed il rumore distante di altri passi,
in un territorio troppo distante,seppur parallelo,
mi da forza.
Mi da i brividi...
Il suo odore di LUPA mi ricorda che sono
un LUPO anche io...
che scemo...me ne stavo quasi dimenticando...
giammai però mansueto come un cane domestico,
ma fiero e libero animale selvaggio...

Magari, vengo a trovarti...
non so tu dove sia, dolce compagna,
magari...fermerò la mia corsa per
qualche istante ed in un battito d'ali
sarò lì...
Se vuoi...
un fruscio di vento..."

mercoledì 4 agosto 2010

CORRO LIBERO...




IO SONO IL LUPO...


e corro libero nella brughiera,


il vento freddo, sibilando,


sferrza la mia coda, ma le mie


zampe adesriscono perfettamente


all'erba colma di brina...




IO SONO IL LUPO...


e corro libero nei boschi


in cerca del mio branco


che ho smarrito tanto tempo fa...




IO SONO IL LUPO,


che corre ancora da solo


sul suo sentiero


volgendosi indietro,


di tanto in tanto,


con la speranza


di trovare qualcuno...




IO SONO IL LUPO...


con la cima dinanzi ai suoi occhi


ancora in cerca


della sua compagna... WOLF
Amici cari, voi che mi leggete...vi mando tanti abbracci, augurando a tutti tanta serenità! Per qualche giorno sarò sulle mie montagne sulle Alpi e Dolomiti...vi porterò tutti nel mio cuore, un cuore ancora semplice che va a ritrovare le piccole grandi cose della vita, del meraviglioso Creato... Vi voglio bene e vi porto nel mio zaino, insieme a tutti i miei affanni e le mie speranze! PINO

domenica 1 agosto 2010

I RICORDI ...


I ricordi sono passi che tamburellavano nell'aria; sono jeans che si muovevano nei passi svelti.
Il ricordo è un profumo che quasi mai ha una marca; una fragranza che ti fa pensare ad una stanza per due e uno solo era il possessore di quell'aroma.
Il ricordo è una porta che si apriva e dall'altra parte c'era una notizia; è la strofa di una canzone in cui danzavano parole nuove.
I ricordi sono due occhi con intorno niente; una parola, che non potrà più stare in nessun'altra frase.
Il ricordo è un tempo senza date ne orologi; è una poesia che reciterò per sempre.
Il ricordo è un dito che indicava un intenzione; un filo di vento che abbracciava, quando sembrava d'esser soli.
Il ricordo è un film che rivedrei ogni giorno; sono scarpe appoggiate su un tappeto; un bicchiere con l'impronta di un bacio mancato.
Il ricordo è una risata familiare; un sì che non potrò dimenticare; la caffettiera ignorata che borbottava; una pagina strappata che conservo in un'agenda verde. Il ricordo è un flashback ed un rewind; il gusto di quel gelato pistacchio e fragola, della prima vacanza da adulti.
Il ricordo è un passato che non passa… un addio ricorrente, una stretta di mano saldata nella mente.
Il ricordo è pane, olio e sale, , confezionato con un tovagliolo bianco, di carta, per non macchiarmi la maglia già macchiata; è la strada che scorreva, sotto le mie scarpe, mentre arrivavo in questa casa, il primo giorno.
Il ricordo è un colore che sfuma e quasi mai scompare; un muretto con il mio nome scritto in rosso, è un battito di ciglia, carta regalo ingiallita da quindici altri compleanni.
Il ricordo è dentro ad una scatola che non so più dove ho nascosto e dentro pezzi di giornate a forme strane.
Il ricordo sono io, quando ti guardo e ti racconto dove sono stato e dove sarò, perchè l'ho scelto ieri e questa scelta è già un ricordo che era la promessa di ciò che adesso è.
E se domani non ci sarai, non ti dimenticherò, perchè sono un accendino dimenticato con la scusa di vedermi, la prima sera; e tu sarai per sempre una domanda.
Io sono il genio della lampada, dimmi cosa vorresti.
Per favore, fammi innamorare ! WOLF

venerdì 30 luglio 2010

TUTTA UNA VITA...


TUTTA UNA VITA

Solo stanotte. Poi non ti vedrò più.
E' strano, come due che non si rivedranno più, si tocchino così. Stringersi forte, per lasciare impronte invisibili.
Stanno imparando che una notte può essere tutta una vita, un'unica occasione.
Solo stanotte. Da domani potrà ricominciare la sfilata delle colpe. Ma stanotte no.
Ogni gesto sbagliato significherebbe tutta una vita sbagliata. Perchè stanotte è tutta una vita.
Il respiro è lento e le mani si fanno piume, e si fa attenzione a cosa dire e a che ricordi lascerebbe una bugia, in una notte che non verrà dimenticata.
Perché se fosse perfetta, significherebbe tutta una vita perfetta…
una notte che è tutta una vita.
O sognare di poterla avere per sempre, una come questa. O qualcosa di simile, almeno.
Lei sorride e canta il suo richiamo da sirena, sinuosa, sensuale. Attraente e bellissima in pochi gesti. Le mani che scostano i capelli, le dita che avvolgono il bicchiere, gli occhi che si guardano intorno e poi si fermano in un punto preciso, e quel punto che ha guardato diventa diverso, dopo quello sguardo.
Ha lo sguardo che conferma, stanotte.
In quegli occhi ci sono tutte le donne che lui avrei voluto guardare. In quella bocca, che mi parla adesso, ci sono tutte le donne che avrei voluto baciare. Distanti da me, lo spazio che potrebbe occupare un sì, soffiato da labbra che profumano d’arancia.

Dov'è il mondo, questa notte?

Aspetta dietro la porta, appoggiato come scarpe fuori da una camera d’albergo. In attesa di essere lustrato. Tutto un mondo in quell'abbraccio e pareti trasparenti, lenzuola fresche, e un cioccolatino sui cuscini. Questo è il mondo.
Forse il resto riapparirà con le prime luci dell'alba, come in qualsiasi favola che si rispetti.

Lei vuole queste carezze, stanotte.

Un’intera vita di carezze, da due sole mani, che non ritorneranno domani.
Ed io l’accarezzo quella pelle che lo vuole. La pelle di tutte le donne che avrei voluto sfiorare, in queste meravigliose braccia …
E lei attende, distesa su un fianco, che all'ultima carezza segua una parola…
Amore
per trovare in quel suono vero,
questa notte, che è tutta una vita,
la conferma che non è pazza, o che certe pazzie fanno paura solo perché ti fanno cambiare.
Amore
come se un suono potesse, in un colpo solo, accarezzare, rinfrescare, inebriare, scuotere.
Riscattare.
Quella parola sarebbe tutte le parole che ha sempre atteso di sentire. Riempirebbe vuoti di anni di silenzi, una sola parola.

Adesso io le sussurro

“Amore”
Sentirlo davvero, è diverso. Non credeva potesse essere così calda una parola
Amore
Non sperava che potesse essere così leggera e forte una parola
Amore
Non immaginava che potesse poi infilzarla con un dolore così freddo. Perché già le manca quella parola
Che ha un suono così nuovo, questa notte. Come se nessuno gliel’avesse mai detto prima.

Si trasforma in Regina di luna piena

Pallida e accesa, con tutto quest’amore da dare e solo una notte di tempo per lasciargli una domanda
Dove andrai?
Lei è tutto il piacere che io avevo cercato in tutte le donne e lo sento tutto in una volta, nei suoi fianchi puri e languidi.
Tutto quel piacere, in una sola parola
“Amore”..
Lei è tutta la fantasia che ha cercato nella complicità di tutte le donne e ora la vede, riflessa in due soli occhi che mi guardano, colorati di passione, di profumi e sapori e briciole di sensi che vogliono ancora piovere sulle loro teste e poi dappertutto.
Un’ebbrezza che è tutta una vita di desiderio.
Perchè stanotte lei ha deciso di non farsi dimenticare e ha a disposizione una sola notte.
Una notte, che è tutta una vita…. WOLF

giovedì 29 luglio 2010

TI SENTO...


"... ti sento compagna

nel mio silenzio...nei pensieri

che aprono orizzonti e si

allargano nel vento polveroso

che corre sui sentieri senza tempo

portandosi in alto voci sconosciute...


ti sento compagna malinconica,

in cerca di risposte che non so darti...

raccogliere pensieri...

io vorrei buttarli dai tuoi profondi dirupi...

ma essi sono come Te, sono di pietra,

dolci e amari e costruiscono percorsi

innaturali o forse no...


sentieri solo sconosciuti...

ti sento compagna...

e ascolto il tuo silenzio

nella mia eterna solitudine

nel silenzio del mio mondo... " WOLF

martedì 27 luglio 2010

FESTA A SORPRESA !!!

FESTA A SORPRESA A CASA DI WOLF





BABA DI TERESA ...INSUPERABILE...








L'ELEGANTISSIMA TITTI












I "LUPI" ASPETTANO AFFAMATI...



I PENSIERI DI WOLF...














IL PRESIDENTE PAOLO MAZZEO








COCOMERO FRESCO SOTTO LE STELLE !!!




TERESA E RITA "MATTATRICI" DELLA SERATA !









GEPPINO E PAOLO


DANIELA, GINO E TITTI







LA TAVOLATA ....


SI PREPARA UN'OTTIMA GRIGLIATA !

GRAZIE AMICI DEL TREKKING WOLF...GRAZIE AMICI DI SEMPRE...GRAZIE PER ESSERMI VICINI IN QUESTO MOMENTO...AUGURO A TUTTI VOI TANTA SERENITA' E DELLE FELICI VACANZE !!! WOLF

































































































































































lunedì 26 luglio 2010

MEMORIE...



Allora cominciò la scalata; e presto diventò una gara.
Il terreno gradualmente si inclinava. Dopo poco si cominciò ad usare le mani insieme ai piedi.
I “duri” andavano veloci, ma rallentavano passo dopo passo. Per quanto potevano essere veloci forti e coraggiosi, la montagna non si sarebbe fatta calpestare per ospitare una semplice gara tra ragazzini.
No la montagna ci mise alla prova.
Lo spuntone proibito era alla fine del bosco dove gli alberi alti e muschiosi lasciavano il posto agli arbusti e le pietre. Dietro allo spuntone cominciava un ghiaione che correva su per l’immensa vetta e ci si nascondeva dietro. Mancava poco allo spuntone. In testa stavano i quattro duri. Andavano su spediti ma ansimavano, qualcuno indietro cadde e rotolò un po’. Io continuavo grattare la terra nera con le mani. Scalpitavo sulla parete quasi verticale come se fosse una questione di vivere o morire. E lo era. La montagna urlava il mio nome e tutto quello che volevo era incontrarla.
Tutta la mia solitudine, la mia inadeguatezza e la povertà di vita diventavano sassi che rotolavano lontano sotto di me mentre aggredivo le prime propaggini del ghiaione. Sentivo solo l’urlo della montagna, alto e forte, antico e imponente. Irresistibile. Ormai ero dietro al gruppo di testa. Respiravo la loro polvere ma non avevano più importanza, io volevo la montagna. Eravamo sotto lo spuntone traguardo. Arrivammo quasi insieme ma io senza dire niente continuai. Attaccai la parete sassosa e cominciai a salire; l’urlo della montagna era distinto, secco pieno di verità. Delle lacrime cominciarono a rigare le mie guance. Quel suono era così bello e animale, aggrappato alla mia anima assopita mi tirava su per quelle rocce bianche.
E le mie lacrime continuarono a scendere, senza singhiozzi o sussulti, scendevano come tributo macchiando la terra bianca e polverosa, come un antico rito; dissetavano la montagna.
I duri erano rimasti a guardare poi avevano inteso la sfida alla loro autorità e si erano messi sulle mie tracce. Segugi dietro alla preda. Provavano a lanciarmi qualche parola di sfida ma io sentivo solo le montagne. La strada era sempre più dura, fredda e spigolosa come se nemmeno il tempo li esistesse. Le nuvole si abbassavano e tutto cominciava ad essere nebbia. Il mondo scompariva. Io nemmeno me ne accorsi. Grattai con più foga con le dita sulla montagna. Non avevo più una meta seguivo solo l’urlo. Poi arrivato su un piccolo masso piatto l’urlo disse di guardare dentro. Io non capivo dove. Dentro di me? Dentro alla montagna? Non aveva senso. Sentii l’arrancare sotto di me stavano arrivando. Vedevo solo un mare bianco di rocce e nebbia, un vento freddo spingeva verso la pianura. Le lacrime erano fatte di ghiaccio adesso, ghiaccio liquido. Quello non era più il mondo che avevo conosciuto, quella era la terra delle montagne, lontana dalla solitudine, dal cemento e dal senso d’inutilità che stava diventando la guida della mia vita.
Quella era la Montagna.
Dalla nebbia spuntò Franco rosso in viso e teso. Unico superstite dei duri e puri.
Allora sei già stanco sfigato?
Lo disse con il fiatone.
Io girai la testa per guardarlo e la montagna parlò
Tornatene da dove sei venuto, non è posto per te questo.
Poi all’improvviso la montagna mi chiamò, mi disse di salire ancora, che ero pronto. E con un balzo mi attaccai alla roccia fredda e cominciai a salire. Franco rimase a terra seduto bofonchiandomi qualcosa dietro che la nebbia inghiottì. Ero pesto, strascicato, colavo dalla faccia. E dentro, dentro c’era solo vita. Mi sentii finalmente libero di vivere. E continuai a salire. In mezzo a tutto il bianco. La cima sopra di me era l’unica cosa che mi rimanesse.
Arrivai dopo qualche ora esattamente sotto di essa. E li l’urlo mi disse che avrei pagato un tributo, che ci avrei lasciato qualcosa. avrei affidato qualcosa alla montagna, e sarei andato ogni tanto a vedere come stava. In cambio la montagna mi avrebbe lasciato il senso della vita, l’Ossigeno la Legge della natura e il Sangue. Mi raggomitolai e aspettai che la montagna desse il suo giudizio.
Restai per lungo semi congelato accoccolato sotto quello che da quelle parti chiamavano “Il nano di pietra”. Un costone di roccia appena sotto alla vetta che si diceva avesse il profilo di un nano imbronciato con la barba. Dissero che addormentarsi sotto quello era pericoloso, perché portava nel mondo della montagna e chi ci andava lasciava per sempre qualcosa li.
Ecco.
Lì ho lasciato quello che rimaneva dell’infanzia. L’ho data in dono alla montagna, e lei in cambio la tiene viva e me la fa vedere quando vado a trovarla. La montagna mi ha dato la linfa e la forza, il coraggio e la paura, mi ha dato speranze e incubi.
La montagna mi ha legato e io l’ho legata a me; ancora dovrò sacrificare sangue, sudore e lacrime però saprò per certo di essere vivo..
Ma questo accadeva tanto tanto tempo fa… WOLF